10. HEDDA GABLER

Hedda Gabler è un testo scritto nell’estate del 1889 a Colle Isarco/Gossensass. Fu rappresentata, per la prima volta, il 31 gennaio 1891 al Residenztheater di Monaco.

Edda Gabler, figlia d’un generale, sposata ma senza figli. La donna sogna una vita romantica piena di azioni importanti e una morte in bellezza. Incontra uno scrittore geniale, Ejlert Lòvborg, un mezzo alcolizzato. La compagna di questi, Thea, che è stata sempre l’appoggio di lui nel lavoro, suscita l’odio di Edda. Dopo diverse complicazioni la relazione d’amore tra Edda e lo scrittore viene troncata e Edda si uccide. La tragedia di Edda consiste non solo nell’incapacità di adattarsi a un ambiente mediocre, ma anche nelle contraddizioni della sua stessa natura. E’ schiava delle convenzioni sociali e allo stesso tempo gelosa della propria libertà, al punto da respingere l’adulterio con l’intellettuale Lòvborg. E’ dissimulatrice e crudelmente sincera al punto da confessarsi alla rivale. Ma tutto fallisce: Edda è stata educata a rappresentare una parte limitata nell’ambiente intorno a suo padre. Morto lui, non sa più dove volgersi o come comportarsi. Quando tutto intorno a lei precipita, finisce nel banale suicidio. Al suo gesto disperato fa da ironico contrappunto la nascente intesa tra Thea e il marito di Edda, Jòrgen, i due esseri mediocri, ai quali solo appartengono la vita e la felicità. Il suo posto in un ambiente borghese tende a diventare ancora più insopportabile in seguito all’insoddisfazione sessuale dopo il matrimonio. Suo marito non ha potuto darle la libertà femminile che lei cercava. Edda non ama suo marito e il bambino che aspetta le dà nausea. Diventa nervosa, irritabile, scontrosa, e comincia ad apprezzare le barzellette equivoche. La sua disperazione vendicativa la spinge a bruciare il manoscritto di un libro di Ejlert, essendo quel manoscritto il “figlio” di Ejlert e Thea. Edda è un personaggio tragico. E’ intelligente, bella e piena di forza di volontà. Ma è paralizzata dall’ambiente esageratamente raffinato la cui educazione l’ha trasformata in parassita. Inoltre è una donna sfortunata che non riesce mai a incontrare un uomo con la personalità, la consapevolezza psicologica e la supremazia intellettuale per poter rompere le barriere che la circondano. Ejlert Lòvborg avrebbe potuto farlo, trasformandola in una donna capace di continuare a vivere, ma lui stesso non è privo di problemi. In lui c’è la spinta verso l’autodistruzione, una certa noia che gli fanno evitare le donne esigenti come Edda.

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