4. FRASCATI 1866

Ci troviamo qui a Frascati, ora, sui colli Albani. Abitiamo in un antico palazzo nobiliare, Palazzo Gratiosi (Grazioli) splendido ed economico. Frascati si trova ai piedi di Tuscolo, dove, come saprai, Cicerone aveva la sua villa sontuosa e dove scrisse le lettere Tuscolane; restano ancora rovine della villa; il piccolo teatro, presumibilmente il locale che egli chiama la sua Scuola e dove era solito tenere i suoi discorsi davanti a uno scelto gruppo di ospiti, è quasi intatto. Stare qui, nelle ore della sera, è un incanto indescrivibile, 2000 piedi sul mare, una vista che giunge fino al mar Tirreno, la Campagna e Roma; verso est si scorge la collinosa zona della Sabina e gli Appenini; in direzione sud si scorgono i monti dei Volsci al confine con la terra di Napoli. Dalle finestre della mia stanza si lavoro vedo nel lontano orizzonte il monte Soratte, che si erge isolato e splendido sull’immensa pianura; per farla breve, ovunque volgi lo sguardo è come se i tuoi occhi vedessero quel campo di battaglia dove la storia del mondo ha avuto il suo più importante appuntamento.

È ora che mi metta a scrivere sul serio; per ora mi dibatto ma so che ben presto cavalcherò la bestia e allora tutto il resto andrà da sé!

(Ibsen a Botten – Hansen, 1866).

Molte cose erano cambiate nella vita di Ibsen in quell’ultimo anno. Il fatto che Brand, scritto ad Ariccia, fosse stato accolto entusiasticamente da pubblico era stato un evento importante. Ibsen ricevette dal suo paese il cosiddetto onorario d’artista e un più sicuro credito presso l’editore; la famiglia potè così acquistare ciò che mai prima aveva potuto.

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