3. PROBLEMI DI TRADUZIONE

1. R. Alonge, Spettri, Zacconi e un agente

tuttofare: traduttore, adattatore e anche un

poco drammaturgo in  Il teatro italiano dal

naturalismo a Pirandello cura di Alessandro

Tinterri, Bologna, Il Mulino, 1990, pp. 67-90.


Vedi punto 2.2.

2. G. d’Amico, Domesticating Ibsen for Italy.

Enrico and Icilio Polese’s Ibsen Campaign, San

Casciano, Pagina, 2013.

Il volume (in lingua inglese) indaga le trasformazioni radicali che subirono i testi del grande drammaturgo norvegese quando furono introdotti sulle scene italiane, tra il 1891 e il 1894, dagli agenti teatrali Enrico e Icilio Polese, contribuendo alla canonizzazione di un nuovo Ibsen “italiano”. Qui un estratto del testo:” Why would Italian theatregoers not stop laughing when Henrik Ibsen’s characters talked about “the wild duck”? Why did «Ghosts» become Ibsen’s greatest success on the Italian stage, in contrast to its reception elsewhere in Europe? What kinds of challenges did Ibsen’s translators and middlemen face in Italy, and how did local audiences react to this new drama from the North? «Domesticating Ibsen for Italy» addresses such questions and investigates the radical transformations which occurred to Ibsen’s texts when they were first introduced in Italy. «Domesticating Ibsen for Italy» focuses on the “Ibsen campaign” run between 1891 and 1894 by the theatrical agents Enrico and Icilio Polese, who translated and introduced eight plays by Ibsen to the Italian stage. On the basis of extensive archival research and textual analysis of the translations, this book documents how the Poleses contributed to Ibsen’s canonization by moulding and marketing a new, “Italian” Ibsen.”

3. D. Quarta, Ibsenismo in Italia: Bracco,

Giacosa, Praga. Drammaturgie a confronto in

AA.VV. La Didascalia nella letteratura teatrale

scandinava, Roma, Bulzoni Editori, 1987, pp.

79–100.

Daniela Quarta ci delinea il problema della traduzione e della ricezione di Ibsen in Italia da un punto di vista prettamente drammaturgico. Ci mette al corrente che la situazione italiana era in una situazione di stallo dopo la stagione Grande Attoriale che vedeva l’asservimento dei drammaturghi agli attori.

Dopo l’ingresso sulle scene dei primi testi ibseniani, ci riferisce che si riversa una certa influenza del norvegese negli autori citati e vengono così analizzate in particolare alcune loro opere per mostrare come il tema del  dramma borghese diventi preminente: il dualismo uomo–donna, la preferenza per situazioni interne, l’intrigo domestico.

4. Casa di Bambola tra Luigi Capuana e

Eleonora Duse “Il Castello di Elsinore”,

quadrimestrale di teatro, anno VII, 21, 1994, pp.

123-142.

Vedi punto 1.10.

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