8. LA CASA DEI ROSMER

La casa dei Rosmer è stato scritto fra il giugno e il settembre 1886 a Monaco. Fu messo in scena, per la prima volta, il 17 gennaio 1887 al Norske Theater di Bergen.

Il protagonista Rosmer è un vedovo quarantenne. Sua moglie Beate si è suicidata. Alla villa abita anche Rebekka West, trentenne e molto seducente. Rosmer la chiede in matrimonio, ma lei rifiuta, rivelando di aver spinto Beate a togliersi la vita. Così Rosmer e Rebekka trovano che il loro amore è impossibile e decidono di morire insieme. Il dramma si svolge in un ambiente aristocratico dove i bambini non piangono e dove solo di rado si sente ridere. Nel primo atto si svolge la vita presente di Rosmer, nel secondo la sua vita passata, e nel terzo il passato di Rebekka. E’ lei la vera protagonista del dramma. Originaria del Finmark (l’estremo Nord che i Vichinghi difesero come ultimo baluardo dell’antico paganesimo) porta in casa Rosmer un certo fermento acre con la sua vita spregiudicata e avventurosa. Per amore di Rosmer segue l’esempio di Beate e con lei si suicida il protagonista stesso, che nella morte vede l’unica via per espiare. Rosmer è fin troppo legato alla raffinatezza della propria natura e alle vecchie tradizioni di famiglia per trovarsi bene nel mondo moderno. Fa parte d’un certo ambiente, di atteggiamenti particolari e di uno stile di vita abbandonato già decenni prima dell’epoca di Ibsen. E’ stato prete, ma ha cambiato vita e ora si dedica alle ricerche scientifiche: qui trova soddisfazione, trova la calma e quella “gioia di vivere” tante volte descritta e lodata dai grandi poeti.  Rebekka, sconfitta dalla fortuna, rinuncia al matrimonio per vivere in un mondo interiore: insieme al suo amante, che del resto la considera una delle sue tante prede di caccia, potrebbe anche farsi una vita fuori della morale quotidiana. Ma il destino di Rebekka è un caso di criminalità. Quando Rosmer chiede di sposarla, lei prima esita, poi respinge la proposta. Nella figura dell’amante respinto rientra anche il simbolo del padre. Rebekka West già in se stessa è un personaggio ambiguo: “Voi credete veramente ch’io abbia agito e calcolato completamente a sangue freddo! … E poi non ci sono forse in ognuno di noi due volontà?”.

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